Rete Saharawi

Ufficio stampa Rete Saharawi

News Ufficio stampa Rete Saharawi Martedì 6 febbraio 2024

Rete Saharawi: il rapporto di missione 2022 e le prospettive per il 2024

Dopo l'assemblea del 3 e 4 febbraio a Campi Bisenzio (FI), rinnovato in parte il direttivo e ampliato il numero dei membri. Definiti gli obiettivi della nuova presidenza

Dopo l'assemblea del 3 e 4 febbraio a Campi Bisenzio (FI), rinnovato in parte il direttivo e ampliato il numero dei membri. Gli obiettivi della nuova presidenza: il consolidamento della Rete e il suo ampliamento, il progetto Accoglienza Piccoli Ambasciatori di pace, la Giornata Internazionale Europea, la difesa dei diritti dei prigionieri politici saharawi, la difesa delle risorse naturali del Sahara occidentale, gli impegni e le collaborazioni internazionali.

"L'aspirazione che il nostro lavoro abbia un respiro internazionalista si sta avverando, questo obiettivo che si era posto la Rete Saharawi fin dal 2020 è ormai una realtà, abbiamo il dovere di far sognare i giovani che si avvicinano alla causa saharawi, il presente che non proietta le sue idee e i suoi valori nel futuro, toglie certezza e aspettative non solo al popolo saharawi di cui abbiamo sposato la causa per il suo diritto all'autodeterminazione, ma anche ai giovani". Così Nadia Conti, nuova presidente della "Rete Saharawi – Solidarietà italiana con il popolo saharawi" al termine dell’assemblea che domenica 4 febbraio ha portato al rinnovo parziale degli organismi dirigenti dell'organizzazione di volontariato nata nel 2020. Alla Rete Saharawi aderiscono 34 associazioni di tutta Italia che da anni operano a sostegno del popolo saharawi.

Un numero cresciuto in questi anni. "È fondamentale che la Rete Saharawi sia attiva e presente in tutto il territorio nazionale italiano", ha commentato a margine Fatima Mahfud, rappresentante in Italia del Fronte Polisario. "Questo è un segno di responsabilità da parte di tante associazioni che hanno maturato l'idea che stando insieme si portano avanti e meglio progetti a beneficio dei più vulnerabili".

"Importantissimo l'evento che ha riunito molti dei comuni gemellati che si è svolto nel 2022 a Firenze e nel 2023 a Bologna per riaffermare e consolidare la solidarietà al popolo saharawi" ha comunicato l'attuale vicepresidente Caterina Lusuardi oggi. "Questa attività, seguita e condivisa con la Rappresentanza del Fronte Polisario in Italia è tra le più importanti e attese insieme all'Accoglienza estiva dei bambini saharawi e per il 2024 sarà spostata dal mese di luglio al mese di settembre".

Nell'assemblea è stata ribadita la solidarietà al popolo saharawi, che lotta per il suo diritto all'autodeterminazione, e in particolare ai prigionieri politici saharawi detenuti nelle carceri marocchine. "A loro – ha affermato Francesca Romana Doria, riconfermata amministratore della Rete – vanno il nostro pensiero e le nostre azioni future".

Via quindi al consolidamento dei progetti per il 2024: l'accoglienza dei bambini saharawi in Italia, le raccolte fondi per le attività educative e sanitarie nei campi profughi, gli studi sulle necessità ampliate dal conflitto con il Regno del Marocco. L'impegno del Direttivo oltre a raggiungere gli obiettivi delineati alla conclusione dei lavori assembleari sarà la presenza ad ogni evento ed iniziativa associativa per rappresentare la Rete Saharawi e valorizzare i lavori delle associazioni che faranno rete nelle presenze ad ogni iniziativa nazionale per attivare nuove relazioni e sostegno ai progetti locali. Volti giovani che possono consegnare a tutto il movimento solidale nuova energia per predisporsi agli importanti appuntamenti internazionali annuali: il Consiglio di Sicurezza ONU, l'Eucoco e la collaborazione con le associazioni solidali in Europa.

Questo senza fermare la programmazione dei progetti locali delle associazioni e la collaborazione con le ONG. Un movimento quindi che ha deciso di marcare ancor più il territorio nazionale con le sue iniziative dedicate alla denuncia politica e all’aiuto umanitario nei campi profughi al popolo saharawi, esule da oltre 40 anni dalla sua terra del Sahara Occidentale.