News Area stampa e comunicazione Venerdì 7 agosto 2020
Si chiude a Bagno a Ripoli il seminario del movimento solidale italiano. Dal 31 luglio al 2 agosto tre giorni di incontri sulla cooperazione con il popolo saharawi in Italia.
BAGNO A RIPOLI (FI) – Al primo posto la lotta politica per l’autodeterminazione del popolo saharawi, con l’accoglienza e la solidarietà come strumento di sostegno concreto e quotidiani a questo lavoro. Questa la sintesi dei tre giorni di lavori che hanno visto protagoniste le associazioni del movimento solidale a sostegno del popolo saharawi, riunitesi a Bagno a Ripoli, vicino Firenze, dal 31 luglio al 2 agosto, nell’ambito di un seminario promosso dalla Rete Saharawi.
Tre giorni di lavoro per fare il punto sulla situazione del popolo saharawi nei territori del Sahara Occidentale occupati dal Marocco, nei territori liberati al confine con il Sahara Occidentale e nei campi profughi ospitati in territorio algerino, anche alla luce dell’emergenza COVID-19. Da qui quindi incontri con le autorità e le istituzioni locali sensibili alla causa saharawi e dibattiti e seminari per aggiornarsi sul lavoro che la Rete Saharawi, formalmente costituitasi all’inizio del 2020, sta portando, nonostante le difficoltà legate alla pandemia.
«Ai primi di giugno abbiamo lanciato una raccolta fondi – afferma Ivan Lisanti, presidente della Rete Saharawi – per sostenere progetti destinati all’assistenza educativa, sanitaria, ai viveri e all’acqua nei due mesi più caldi dell’anno nei campi profughi, in sostituzione della tradizionale accoglienza dei bambini saharawi in Italia e Spagna nell’ambito del progetto “Piccoli Ambasciatori di Pace”, divenuta impossibile per il coronavirus. In poco più di due mesi abbiamo raccolto oltre 51.000 euro, grazie alla movimentazione di associazioni, istituzioni e singoli».
Un risultato importante che ha permesso di attivare importanti iniziative per gli oltre 9.000 bambini che vivono nei campi e che si accompagna anche alle 110 firme di associazioni, enti locali e istituzioni mandate al Ministero degli Affari Esteri italiano e raccolte nell’ambito della campagna “15 milioni per i saharawi”, promossa dalle agenzie ONU Acnur, Oam e Unicef e delle 5 Ong Cisp (Italia), Oxfam (Belgio), Mdm, Mpdl e Si (Spagna), con riferimento alla cifra di quindici milioni di euro, pari al valore di azioni immediate per far fronte all’emergenza nei campi.
I tre giorni di seminario hanno permesso di fare il punto sull’operato dei dieci gruppi di lavoro in cui si articola la Rete Saharawi (Accoglienza, Ambiente, Comunicazione, Diritti umani, Etica, Formazione, Informazione, Territori liberati, Territori occupati, Viaggi solidali). Al termine le associazioni presenti hanno deciso di appoggiare il Progetto Tifariti, finalizzato a sostenere la creazione di una comunità nella omonima città che si trova nei territori liberati saharawi, e chiederanno a tutto il movimento solidale di sostenerlo. Verrà inoltre lanciata una campagna sui diritti umani di livello europeo nel mese di ottobre. «Sono stati tre giorni intensi, senza pausa, vissuti con passione, determinazione e con il desiderio di allargare la Rete a tutti i soggetti del movimento solidale – afferma ancora Lisanti – seguendo i principi della fratellanza e della sorellanza fra associazioni, popoli e persone».
All’intenso programma di lavori hanno partecipato anche l’ong Nexus-Cgil e il movimento Africa ’70, con un seminario sulla cooperazione incentrato sui temi della produzione di cibo e lavoro, oltre a numerosi rappresentanti istituzionali, tra cui: Jacopo Bencini, assessore al bilancio del Comune di Pontassieve; Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli; Diye Ndiaye, assessora alla cooperazione internazionale del Comune di Scandicci; Serena Spinelli e Alessandra Nardini, consigliere della Regione Toscana; Eugenio Giani, presidente del Consiglio della Regione Toscana; Tommaso Fattori, presidente della Commissione internazionale per le politiche europee della Regione Toscana. «Questo lavoro in rete – ha commentato a margine Fatima Mahfud, rappresentante del Fronte Polisario in Italia – è quello che serve per sostenere la causa saharawi. L’assemblea ha deciso alcune priorità fondamentali per portare avanti una progettazione solidale che parta dalla questione politica: lavorare per il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi. Un impegno concreto per i diritti umani cui si affianca la decisione di condividere la responsabilità verso alcuni progetti prioritari».