Rete Saharawi

News Area stampa e comunicazione Sabato 30 maggio 2020

“15 milioni per i saharawi”

L’appello di 3 agenzie Onu e di 5 Ong al centro di una conferenza sulle conseguenze dell’emergenza COVID-19. Oltre 100 partecipanti all’evento promosso dalla Rappresentanza europea del Fronte Polisario.

ROMASanità, acqua, alimentazione, protezione dei più vulnerabili, educazione: questi i settori su cui si concentra l’appello “15 milioni per i saharawi”, lanciato da 3 agenzie Onu e da 5 Ong affrontare le conseguenze dell’emergenza COVID-19 per la popolazione saharawi rifugiata nei campi profughi in Algeria. L’appello è stato presentato oggi, 30 maggio 2020, in una conferenza internazionale online organizzata dall’Ufficio Europa del Fronte Polisario e dalla sua Rappresentanza in Italia, in coordinamento con Mezza Luna Rossa Saharawi e Cisp.

Le oltre 100 persone da ogni parte del mondo che si sono collegate hanno potuto ascoltare le testimonianze di chi opera da anni a sostegno dei 173.000 saharawi rifugiati, che da oltre 45 anni vivono in pieno deserto algerino, cogliendo l’importanza di un’azione immediata, basata su linee di intervento precise, determinate da valutazioni puntuali e condivise.

In 45 anni di attesa di una soluzione pacifica del conflitto con il Marocco condotta dalla diplomazia Onu, la sopravvivenza della popolazione rifugiata è dipesa essenzialmente dagli aiuti umanitari esterni convogliati dalle agenzie Onu Acnur, Pam, Unicef, organizzati con la Mezza Luna Rossa Saharawi e Algerina e con molte ong che operano localmente.

Il sistema degli aiuti internazionali non ha garantito una regolare fornitura di beni per le distribuzioni mensili poiché negli anni sono diminuiti i contributi di diversi Stati, nonostante fossero stati promessi e pianificati. La conseguenza è stata un’emergenza cronica che, unita all’impasse politico-diplomatico del Piano di Pace Onu per l’organizzazione del referendum di autodeterminazione del popolo saharawi, non ha contribuito a confortare gli animi provati dalla sopportazione delle condizioni di vita proibitive del deserto.

Con la pandemia di COVID-19, giunta al limitare dei campi di rifugiati siti nei pressi della città algerina di Tindouf, la situazione è collassata, per le difficoltà legate al rallentamento dei trasporti e dei rifornimenti che arrivano sia dal paese ospitante, l’Algeria, che dall’estero.

Quindici milioni di euro è il valore di azioni immediate per far fronte all’emergenza nei campi, secondo la stima di un consorzio delle agenzie ONU Acnur, Oam e Unicef e delle 5 Ong Cisp (Italia), Oxfam (Belgio) ed Mdm, Mpdl, Si (tutte e tre spagnole). L’appello è stato sostenuto dalla Mezza Luna Rossa Saharawi.

Un quadro che nella conferenza è stato illustrato dai vari relatori: Samir Zemouchi del Cisp, in veste di moderatore; Buehbeini Yahia, presidente della Mlrs; Mohammed Lamin, presidente della Mlra; Aminetu Larabas, segretaria dell’Unione nazionale donne saharawi; Giulia Tieni, Mpdl; Antonio Montero, Mundubat. Inoltre è intervenuto dalle Isole canarie, come portavoce del Coordinamento europeo di solidarietà (EUCOCO), Carmelo Ramirez.